Tv in convention o convention in Tv?

Tv in convention o convention in Tv?

Per eventi aziendali sempre più coinvolgenti ed emotivi (e divertenti) ecco un nuovo (?) strumento: la tv, ma in versione “postmoderna”. Si fa coinvolgendo i fruitori. Il risultato sembra bricolage, e invece……

1. Che cosa è cambiato
La proiezione di video durante una convention o il loro utilizzo nella formazione aziendale non è una novità. Ma quello che è cambiato negli anni è il rapporto che tutti noi abbiamo con l’oggetto “video”: oggi produrlo non è più un tabù riservato ai professionisti e si possono guardare senza inorridire anche quelli “fatti in casa”.
In pochi anni la televisione, come canale di diffusione video, è stata affiancata da internet e da tutto ciò che comporta: l’onnipresente youtube, i video-blog, altri siti specializzati nella produzione e diffusione di video. E anche la TV ufficiale ha attinto a piene mani nel video amatoriale, vedi Paperissima e soci.

Tutto questo ha fatto sì che anche nella comunicazione d’azienda il video ha dovuto (o potuto) mutare linguaggio e modalità di espressione. In questo articolo vogliamo concentrarci su uno di questi mutamenti: la partecipazione dei fruitori nella fase di produzione.

Tv in convention o convention in Tv?

2. Lo spettatore diventa attore
Se si escludono le convention di presentazione di prodotto o quelle molto “tecniche”, è sempre più diffusa la tendenza a coinvolgere i partecipanti non solo durante l’evento (sistemi di televoto, piccoli team building, ecc), ma anche nella preparazione del materiale di comunicazione. Oggi le tecnologie per la creazione di video sono ormai nelle tasche di tutti (letteralmente! ogni telefonino ha una videocamera incorporata!), ed è sempre più diffuso l’uso anche amatoriale di questo mezzo.

Non è difficile preparare video ironici e divertenti su temi aziendali con gli stessi dipendenti  come protagonisti, e utilizzarli a supporto di “presentazioni” con una dinamicità e un coinvolgimento emotivo sconosciuti al noioso power point. E non sono in alternativa al classico relatore, ma ne irrobustiscono la presentazione con elementi più vivaci. Il livello qualitativo del video può variare in funzione degli obiettivi e dei budget a disposizione, ma non sfigura il montaggio amatoriale di video realizzati con i telefonini, a fianco di produzioni professionali. Il contesto lo permette e il pubblico lo accetta.

3. Un’esperienza, come esempio
Un’azienda multinazionale aveva creato un gruppo di lavoro transnazionale per definire le competenze manageriali e condividerle in tutti i paesi in cui il gruppo è presente. I risultati andavano approvati dal management e poi trasferiti alle molte migliaia di dipendenti. Per ottimizzare i costi si era deciso di creare dei video che fossero utilizzabili in tutte e tre le “piattaforme” previste: presentazione ufficiale, formazione tradizionale, intranet.
Il processo di creazione dei contenuti – piuttosto articolato – è passato attraverso diverse fasi:

Tv in convention o convention in Tv?

-Raccolta di informazioni. Sono state selezionate 5 competenze/capacità  (realizzare le strategie, gestire il cambiamento, orientamento al cliente, far sviluppare le persone, favorire l’integrazione organizzativa) e 5 comportamenti significativi per ognuna di esse (tra i quali ad esempio, assegnare obiettivi completi e chiari, chiedere e dare feedback, ecc.);
-Costruzione delle sceneggiature
di 25 video (uno per ogni combinazione) parodiando 5 format televisivi diffusi in ciascuno dei 14 paesi coinvolti (in questo caso la globalizzazione ha aiutato!);
-Riprese
(in 7 lingue diverse) a cura di due troupe di tecnici professionisti con gli stessi membri del gruppo di lavoro a fare da attori, “rinchiusi” per due giorni negli studi allestiti nel centro di formazione dell’azienda;
-Realizzazione
di un totale di 31 clip (25 + 6 di raccordo)  montati in 5 blocchi, tutti sottotitolati in inglese.I filmati realizzati sono stati poi utilizzati,come previsto, nelle tre sedi a cui erano destinati:
-Presentazione al top management durante una Convention, in un’alternanza di tre tecniche: video, presentazione classica e monologo di teatro d’impresa.
-Percorso di formazione
sulle competenze manageriali;
-Intranet
aziendale.

4. Siamo già nell’era del video 2.0
L’esempio si riferisce a una grandissima multinazionale, ma con il supporto di professionisti competenti e con budget accessibili anche un’azienda di medie dimensioni può creare “nuovi video” e migliorare la comunicazione interna e il coinvolgimento della sua gente.

Tv in convention o convention in Tv?

In sintesi, si sta creando un nuovo modo di fare comunicazione e formazione, un po’ come è avvenuto con il teatro, che ha fatto nascere il “teatro d’impresa”, divenuto ormai una forma di comunicazione a sé stante, adulta e dalle caratteristiche ben definite. Anche il “video d’impresa” sta innovando il modo di comunicare all’interno dell’azienda con lo sviluppo di tecniche e linguaggi propri, molti ancora da scoprire.
Di certo questo “nuovo video” è cosa assai diversa dalle riprese di uno spettacolo teatrale realizzato in/per l’azienda, e lontanissima dal semplice filmato di attività aziendali tipo documentario, role playing e simili.

Per chi volesse saperne di più consiglio di esplorare siti come www.ted.com o www.meettheboss.tv o il nascente www.videodimpresa.it. Sono strumenti facili e utili per capire come il “nuovo video” possa veicolare contenuti manageriali con molti vantaggi, tra cui la fruizione senza vincoli di “quando”, “dove” e “come”, grazie alla possibilità di commentare, di partecipare  e di interagire perfino caricando i propri videoe condividendoli. Come un piccolo youtube, ma rivolto alla comunità aziendale.

5. Da dove si comincia?
E se un’azienda volesse cominciare con zero budget? È sempre possibile avvalersi dei talenti interni: avete qualche collaboratore che vi tedia con i “filmini” delle vacanze? Valorizzatelo come regista! Il direttore commerciale è un barzellettiere brillante? Attore protagonista! Responsabile pianificazione e sviluppo? sceneggiatura e storyboard! Vi manca una storia carina da raccontare? Usate le favole come metafore: Biancaneve o Cenerentola sono un ottimo punto di partenza… Cominciate con poco: vedrete che molti ci prenderanno gusto!