Le nuove tecnologie permettono di creare situazioni “quasi” reali e molto vicine al lavoro vero. Dalla metafora esterna a quella interna all’azienda.
1. La puntata precedente…
Nell’articolo precedente abbiamo parlato dei teambuilding di ultima generazione basati sulle nuove tecnologie interattive (li abbiamo chiamati teambuilding 2.0), che permettono di dilatare il tempo delle operazioni e soprattutto di operare in uno spazio immaginario (realtà virtuale) dove tutto diventa possibile.
Oggi vogliamo entrare un po’ più nel dettaglio e fornire l’esempio di un modello realizzato con successo.
Ma prima di cominciare facciamo un passo indietro e andiamo dritti dritti alle radici del teambuilding.
2. A cosa serve il teambuilding?
Il team building nasce dall’esigenza delle aziende di potenziare le energie e l’intelligenza dei collaboratori quando lavorano in team. E’ infatti risaputo, purtroppo, che spesso l’attività di gruppo produce risultati molto inferiori alle aspettative, come se l‘intelligenza di gruppo fosse ostacolata dalle intelligenze dei singoli, invece di esserne potenziata. La difficoltà nel collaborare, cioè contribuire ad un risultato collettivo, si scontra spesso con il desiderio egoistico di far emergere i propri meriti personali.
E’ interessante osservare che talvolta i team di lavoro, composti da persone preparate, finiscono per dare risultati inferiori rispetto a ciò che potrebbe fare un solo membro dei team lavorando in autonomia. E’ chiaro che la ricerca di produttività delle aziende non può tollerare queste inefficienze, ma d’altra parte i task aziendali assumono oggi dimensioni e complessità sempre maggiori a cui non possono rispondere le pur eccellenti performance dei vari “lupi solitari”. Il buon lavoro di gruppo quindi non è più solo un optional del “clima aziendale”, ma una condizione obbligatoria per restare sul mercato. Il successo della maggior parte delle imprese di successo è il frutto di una squadra ben affiatata capace di esprimere una creatività e un’efficacia altamente competitive.
Lo scopo di un team building, soprattutto oggi, è proprio quello di creare i presupposti affinché un gruppo di lavoro trovi al proprio interno le modalità e le motivazioni per far crescere l’energia e migliorare i risultati nelle condizioni reali di lavoro, e non astrattamente nel mondo delle idee o in un contesto diverso.
Teambuilding di nuova generazione
3. L’ufficio non è la piroga
I modelli tradizionali di teambuilding partono da un assunto un po’ sbrigativo che dice: se Rossi e Bianchi vanno d’accordo sul dragon boat, poi andranno d’accordo anche in ufficio. Questo si è rivelato a volte non vero: Rossi e Bianchi magari formano un ottimo equipaggio sulla piroga ma quando tornano in ufficio si scannano o, al contrario, non vogliono salire sulla stessa barca neanche per sogno.
Dunque si è incominciato a riflettere che per quanto siano brillanti, intelligenti e intriganti le metafore “esterne” (dalla barca a vela al canto gregoriano, dal trekking al teatro dell’arte) restano appunto metafore, cioè ricostruzioni simboliche della realtà, ma la realtà è altro, e solo fino a un certo punto può essere spiegata e risolta dalla metafora “esterna”. Inoltre si è notato che spesso le esperienze, sia pure intense e coinvolgenti dei teambuilding tradizionali, sono troppo brevi e sporadiche per risultare un lievito efficace alla costruzione di un vero spirito di squadra con finalità operative. Così si è incominciato a pensare a metafore “interne” all’azienda, cioè alla costruzione di esperienze formative connesse col lavoro reale, in cui siano coinvolti i gruppi di lavoro così come sono e come agiscono nella vita aziendale di tutti giorni, e soprattutto per un tempo più lungo.
4. Fantasia ancorata alla realtà
Il modello è apparentemente semplice: si parte da un fatto reale accaduto in azienda, o da una situazione nota a tutti, per costruire un plot di fantasia in cui i gruppi di lavoro devono interagire così come fanno tutti i giorni, ma il plot sarà studiato in modo che solo i gruppi che sapranno lavorare veramente ed efficacemente “in squadra” riusciranno a superare le prove e a ottenere i risultati. E questo meccanismo sarà sotto gli occhi di tutti e metterà al lavoro i gruppi per diverse settimane.
E qui entra in gioco la tecnologia, che offre almeno due vantaggi, come già detto nell’articolo precedente: 1) consente di dilatare la durata del team building e di mettere in collegamento persone anche molto distanti tra loro, 2) permette agli organizzatori di reagire molto velocemente all’evolvere del teambuilding fornendo stimoli in continuazione e riproponendo la complessità della vita reale.
5. Un esempio, finalmente!
Un istituto internazionale di ricerche di mercato, dopo un periodo travagliato e profondi cambiamenti aziendali, decide di compattare i gruppi di lavoro restituendo loro fiducia e senso di appartenenza aziendale.
Il riferimento alla vita reale è fornito da un piccolo fatto di cronaca noto a tutti nel mondo delle ricerche.
Il teambuilding realizza un thriller su alcune ricerche di mercato realizzate dall’azienda stessa e giunte a risultati troppo scottanti per esser divulgati, dunque da custodire con attenzione.
Il “giallo” ipotizza subito l’inquinamento dei risultati da parte di una “talpa” seguito dalla sparizione del dossier con tutta la documentazione originale. Tutti i gruppi sono invitati a svolgere indagini e raccogliere indizi per individuare la talpa, e a cercare un modo per presentare la ricerca senza sollevare scandali che potrebbero danneggiare l’Istituto. I membri dei gruppi rimangono in contatto attraverso un social network e un blog riservato all’indagine e tutta questa attività rappresenta il background dell’evento vero e proprio. Va avanti per diverse settimane.
Il giorno della convention aziendale i gruppi hanno saputo che proprio lì sarebbe avvenuto lo scambio dei dati trafugati, e il ritrovamento di un login e una password sospette davano accesso a un account di posta in cui erano indicati i luoghi più probabili per lo scambio scellerato.
SMS e post in codice andavano componendo in tempo reale i possibili scenari finchè è stato chiaro che la soluzione del giallo sarebbe stata possibile solo integrando i risultati delle ricerche effettuate dai diversi gruppi. Gli indizi si sono concentrati su una insospettabile talpa e come se non bastasse, gran finale, un colpo di scena ha offerto alcuni momenti di bel divertimento per tutti.
Nelle settimane successive l’azienda ha incoraggiato la creazione di gruppi di lavoro trasversali all’organigramma, sono nati un blog aziendale e un sistema di messaggistica come strumenti di scambio e di sviluppo delle idee, dando vita così a una sorta social network interno che ha avuto grande successo.
6. So what?
Qual è l’elemento di novità? Non certo l’utilizzo di situazioni aziendali per storielle di fantasia, che hanno fornito materiale a centinaia di cacce al tesoro durante le cene natalizie. Qui la novità è data dalla possibilità di protrarre il teambuilding nel tempo, farlo evolvere con ritmi abbastanza serrati da mantenere la tensione dei partecipanti e favorire un lavoro di squadra non pretestuoso. Questa possibilità è offerta dalle nuove tecnologie che rendono interattivo il plot in tempo reale, e accessibile una sua avvincente complessità. Auspicabilmente formativa.