Tra quelli che possiamo definire teambuilding di frontiera troviamo tecnologie internet che attingono a piene mani dai giochi di simulazione. Niente avventure estreme, prove fisiche o giochini di società…
1. Il teambuilding si evolve.
I teambuilding di ultima generazione sono progettati come business simulation interattive e traducono in gioco l’attività dell’azienda e dei suoi gruppi di lavoro. Il loro scopo è di offrire un modo diverso di vivere la quotidianità aziendale per guardare le cose da un altro punto di vista, come succede sempre con l’attività ludica, condividendo l’esperienza con il proprio team di lavoro.
Il successo e l’utilità di un team building si misura infatti proprio con questi parametri: riuscire a condurre i partecipanti nelle varie attività equilibrando il loro desiderio di emergere e di farsi coinvolgere con la necessità di lavorare in team, e così raggiungere gli obiettivi comuni. Il gioco fa emergere liberamente le pulsioni e le idee di ognuno e incoraggia a trovare modi diversi per fare le cose di sempre allo scopo di ottenere risultati migliori.
2. Teambuilding 2.0
Questi eventi motivazionali di nuovo tipo, che chiameremo ”Team Building 2.0” – per la loro capacità di interagire in tempo reale con i singoli partecipanti – sono in grado di affidare obiettivi parziali a singoli o gruppi e ricomporli in una missione aziendale più allargata stimolando il contributo di tutti i partecipanti. Anche se in azienda non sempre accade così (lo sappiamo molto bene), il teambuilding formativo deve proprio sottolineare questo aspetto chiave: l’insieme del lavoro ordinato e collaborativo di tutti i partecipanti frutta alla squadra un risultato molto più grande della somma dei lavori dei singoli. Se questa nozione entra nella cultura dell’azienda e delle persone, il teambuilding ha centrato il suo scopo e l’esperienza diventa patrimonio del lavoro quotidiano. Il teambuilding 2.0 sfrutta le nuove tecnologie e la realtà virtuale che queste possono creare per perseguire meglio lo scopo di sempre: rinforzare lo spirito di squadra con attività formative e possibilmente divertenti.
3. Un grande gioco senza limiti di spazio
Le simulazioni interattive sono rese possibili da applicazioni specifiche mescolate ad arte con i più diffusi strumenti di social networking ormai di uso quotidiano. Consentono di gestire gruppi da 10 a 800 persone ed oltre, non solo personalizzando lo scenario e le attività, ma soprattutto coordinandole e un po’ pilotandole interattivamente nelle diverse fasi del team building. Si ricreano così, artificialmente, in piccolo e sotto forma di gioco, le situazioni tipiche della quotidianità aziendale: negoziazione delle informazioni, collaborazione fra team, strategia d’azione, problem solving, eccetera.
Grazie alla disponibilità della rete telefonica mobile e al Wi-Fi nelle grandi aree urbane, i teambuilding interattivi 2.0 oggi possono essere svolti ovunque senza limiti di luogo e anche con i partecipanti molto distanti tra loro. In più, utilizzando sistemi mobili e agendo nella realtà virtuale, non impongono attività fisiche, abilità particolari o skill da superuomini. Anche persone con limitata capacità fisica o non disponibili a certe “avventure” possono ritagliarsi un ruolo importante e di soddisfazione all’interno del proprio gruppo!
4. Il classico teambuilding rivisitato
Facciamo un esempio: provate ad immaginare un teambuilding dove è richiesto di raggiungere obiettivi classici di incremento, di capacità di problem solving e di lavoro in team. Con queste nuove tecnologie si può progettare tutta l’attività come un game interattivo in cui l’azienda entra in una sorta di caccia al tesoro costruita su una sceneggiatura da thriller. Diventa molto più intrigante, e questo aiuta la partecipazione e il coinvolgimento!
5. Inventiamo!
Una volta condivise le premesse e gli obiettivi con il management dell’azienda siamo liberi di immaginarci di tutto: possiamo iniziare molto tempo prima a immergere i partecipanti nell’atmosfera del gioco e del mistero, attirarli in ambienti virtuali costruiti appositamente su blog o social network, inviare ad alcuni dei messaggi sui cellulari affinché si formino alleanze finalizzate alla risoluzione di un determinato problema con la tecnica del problem solving o alla realizzazione di un flash mob.
Possiamo interagire con i singoli o con i gruppi inviando messaggi o affidando nuovi incarichi, possiamo pilotare le singole situazioni rendendole emozionalmente positive o negative e dosare interattivamente aiuti e difficoltà, come se fossimo in una cabina di regia dalla quale muovere le pedine e modificare lo scenario. E’ un po’ come girare un film in cui gli attori credono di improvvisare, ma noi conosciamo bene tutti gli antefatti e il finale. L’obiettivo è di creare un vissuto, un’esperienza, emozioni condivise e riflessioni individuali su cui lavorare in fase di de-briefing.
Che ne dite? E’ sufficientemente intrigante? Se la risposta è sì, leggete l’articolo Teambuilding di nuova generazione 2 – Un esempio: vi racconto più in dettaglio alcuni esempi di sceneggiatura!