La nuova vita del video aziendale

La nuova vita del video aziendale

Nuove tecnologie e nuova cultura dei linguaggi fanno del video aziendale uno strumento di comunicazione moderno, affascinante e versatile, dai costi più che ragionevoli per i risultati che dà.

Nonostante tutte le verità e le evidenze sulle più sorprendenti novità multimediali, non è stato ancora inventato niente che possa affascinare, coinvolgere ed emozionare un pubblico radunato in una sala come il “vecchio” audiovisivo, o video aziendale. Le luci si abbassano, parte il filmato, e ancora una volta…è il cinema, bellezza!

Vecchio l’audiovisivo? Neanche per sogno, perché tecniche e tecnologie gli hanno iniettato una carica di modernità al servizio delle emozioni e dell’efficacia. Non solo, ma hanno reso accessibili “effetti speciali”che fino a pochi anni fa erano appannaggio solo delle grandi produzioni.

Anche i linguaggi, a cui il pubblico si è abituato grazie a cinema, televisione, pubblicità e nuovi media interattivi, si sono evoluti e l’audiovisivo deve e può tenerne conto. Un lungo filmato di presentazione, farcito con immagini di repertorio, dati, chart e testi letti dalla voice over, puzza di vecchio ed è noioso, non emotivo, e trasmette queste “qualità” all’Azienda. Perché farsi del male?

La produzione del video deve perciò controllare non solo le informazioni che si vogliono trasmettere ma anche (soprattutto?) le emozioni che si vogliono suscitare, per ottenere efficacia della comunicazione e successo di pubblico. Un’intervista a un manager, un responsabile marketing, un rappresentante dei target o chi altro, deve essere realizzata con un occhio alle tecniche di ripresa, come quelle del giornalismo TV di qualità, a cui siamo ormai abituati. Non più lunghe inquadrature fisse, noiosi “blabla” a mezzobusto, ma frasi brevi e concise, quasi headline, dette in location accattivanti, in movimento, scandite da un montaggio rapido, con contenuti diversi, zoom su dettagli, azioni in cui il prodotto è utilizzato, scene evocative e soprattutto immagini/metafora dal forte contenuto simbolico.
La grafica e la scenografia devono ispirarsi alla marca e al prodotto, richiamandone i colori, il lettering e il packaging, insomma tutto deve collaborare alla brand identity.
L’immagine può spingersi in territori infiniti, dalla forte stilizzazione alle sigle in 3d, fino all’animazione, con la creazione di simpatici personaggi cartoon in cui facilmente il pubblico si riconosce. Queste tecniche oggi sono accessibili grazie a piattaforme produttive a basso costo come Flash, After Effect e similari.

Sintesi e selezione delle informazioni
La lunga elencazione di “tutti” i dati è quasi sempre inutile, meglio sottolineare quelli importanti e dare spazio alle persone. Un manager che scrive sulla billboard una percentuale e la sottolinea con un marker o una freccia, risulta più impattante e memorabile di un anonimo lettering a pieno schermo.
Si, la presenza umana è più empatica e comunicativa. Un viso cordiale e una buona espressività (che si possono “estrarre” anche dal manager più legnoso) sono molto meglio di macchinari in movimento, catene di montaggio o impianti contro cielo e nuvole. In fondo noi siamo abituati a fidarci delle persone, non degli oggetti.

E quando si può, è utile costruire una storia o una piccola fiction, perché fin da bambini siamo stati incantati dalle storie ben raccontate. Qui entrano in gioco le capacità creative del team progettuale/produttivo nel veicolare le informazioni attraverso un racconto. Da Carosello in poi tutta la pubblicità televisiva ha cavalcato la filosofia del racconto, a volte con risultati sorprendenti che sono ancora nella memoria collettiva. Non esitate quindi a chiedere un contributo creativo a produttore e regista: creare storie è il loro mestiere.

Dopo le riprese, in post-produzione, le tecnologie vengono in aiuto con gli effetti speciali. Il cinema ormai ne utilizza a quintali. Oggi le tecniche di simulazione sono capaci di rendere fantastica la realtà e reale il fantastico. Un viaggio nell’immaginario è un’esperienza sempre memorabile, e una marca vive di fantastico.

Infine in sala: le tecnologie sono ancora dalla nostra parte. Schermi sempre più grandi, alta definizione, luminosità dei proiettori, visione stereoscopica… fino al cinema 3D, che offre un tale realismo da farci sentire davvero “dentro”, immersi nella scena e parte della storia.

Ma la tecnologia evolve ogni giorno. Ad esempio: oggi sono accessibili le prime spettacolari applicazioni di ologrammi, già realizzati da marche della moda in occasione di sfilate, o da aziende automobilistiche per la presentazione di nuovi modelli. Le iniezioni di modernità entusiasmano il pubblico, fanno bene alla marca e collaborano al successo dell’evento.

Insomma, esattamente come al cinema, un pubblico è sempre un pubblico. Se desideriamo informarlo e parlare efficacemente al suo cervello, dobbiamo sapere che la via più sicura passa per il cuore e le emozioni. In altre parole, un pubblico vuole e deve essere intrattenuto. Sempre.