Improvvisamente, un tocco di Rinascimento

Rinascimento - Foresi

Il giullare irrompe nella severa convention aziendale e sciorina i suoi versi improvvisati al momento.

Il clima si distende, tutti partecipano divertiti all’invenzione geniale chiedendosi: “ma come farà?” E’ una tendenza ormai consolidata quella di rendere gli eventi aziendali sempre più ricchi, interessanti e sorprendenti, anche con ingredienti leggermente eccentrici.Gli organizzatori ricorrono spesso all’arte per introdurre fascino, bellezza e godibilità, a cominciare dall’uso della musica, della scenografia, della grafica. Per non dire dell’uso delle nuove tecniche di scenografia virtuale, prese dal teatro e dalla televisione, che oggi spadroneggiano con i loro effetti speciali veramente stupefacenti.

L’arte in ogni sua forma sta diventando di casa nei meeting aziendali, ed è frequente anche la presenza di attori o cantanti che vengono ospitati per “alleggerire” i lavori congressuali.
In questa evoluzione del convegno aziendale verso l’avvenimento polisensoriale e variato, sta affermandosi come novità un’arte antica e profondamente italiana, colta e popolare, che affonda le radici nella grande tradizione teatrale medievale e rinascimentale.

E’ l’improvvisazione poetica, il poetar narrando dei giullari e della commedia dell’arte. Maliziosa, sagace, umoristica, la poesia improvvisata è un guizzo di intelligenza che sorprende e cattura l’attenzione, stupisce e diverte. L’improvvisazione poetica è un genere ancora vivo in diverse zone d’Italia, dove si disputano tenzoni di poesia e il pubblico segue rapito. Ne esiste perfino un campionato su internet. L’improvvisazione poetica è assai viva soprattutto in Toscana, in Lazio, in Romagna, e anche in Sicilia, con l’enorme filone dell’Opera dei pupi.

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Non sono molti gli artisti che la praticano ad alto livello ma moltissimi sono gli appassionati che vi si dilettano e che la seguono. Il popolarissimo Roberto Benigni viene da quella scuola, così come David Riondino e Francesco Guccini. Lo stralunato Alessandro Bergonzoni  e il coltissimo Umberto Eco la praticano con gusto come palestra della mente.

La composizione in versi, anche se improvvisata, è tuttavia rigorosa nella tecnica e nell’impiego delle metriche. La cosiddetta “ottava rima” (strofa di otto endecasillabi di solito a rima alternata) è la forma canonica, la più classica e tradizionale. Ma per scherzi o motteggi viene usata anche una metrica più facile come l’ottonario (verso di otto sillabe), mentre per temi più ampi e solenni si compone a volte in dodecasillabi (dagli atrii muscosi, dai fori cadenti/ dai boschi, dall’arse fucine stridenti). Il passaggio da una metrica all’altra sottolinea i cambi di argomento, di importanza del tema, e comunque rende varia e accativante l’esibizione.

Improvvisazione? Perbacco, come utilizzare quest’arte imprevedibile nei compassati eventi aziendali dove tutto è stabilito e previsto in rigidissime scalette?
Prima di tutto proprio per rendere un po’ meno compassati quegli eventi, un po’ più lievi e molto più divertenti. Il giullare può fare da semplice presentatore, o da filo conduttore, può avere uno spazio suo in cui “commenta” in versi ciò che è appena successo o anticipa e introduce un intervento, alleggerendolo e rendendolo addirittura più comprensibile.

Può fare il controcanto al presidente o dialogare col direttore marketing sul tema della convention. Un gruppo di giullari può allestire un siparietto e raccontare i successi prossimi venturi del prodotto in lancio. Si può prendere bonariamente in giro qualche ospite o improvvisare un poema partendo dal suo nome. Il direttore delle risorse umane può improvvisare un duetto col giullare (ovviamente preparato) e mandare alle stelle il suo indice di gradimento.

I poeti-giullari possono essere centrali (fare da fil rouge) o più marginali all’evento (una semplice esibizione), ma daranno sempre un carattere inconfondibile di originalità e lievità. Saranno una sorpresa, e sicuramente un successo. L’impiego dei poeti improvvisatori può essere anche funzionale agli obiettivi specifici dell’evento aziendale. Si sa che una convention viene costruita intorno a un concetto-forza che si traduce in uno slogan. Sentir poetare su questo tema lo rende memorabile e familiare, lo fissa nella memoria e nella fantasia come esperienza insolita e stimolante.

Ma poi, se due o più squadre di convegnisti guidate ognuna da un giullare, si sfidano a una tenzone poetica intorno al tema della convention, allora lì succede il finimondo. Tutti i partecipanti e il pubblico sono costretti a concentrarsi su quel tema, e a scandagliare immaginario e lessico in cerca di parole rimanti e concetti affini, in una kermesse di declamazioni fantastiche e parole magiche. Il tema dell’evento diventerà indimenticabile, e questo è proprio l’obiettivo dell’Azienda.