Intervista a Pietro Pensa, sindaco di Esino Lario (LC).
Wikimania 2016: Esino Lario, paese di montagna in provincia di Lecco, ha ospitato il raduno annuale dei contributor di Wikipedia, la famosa enciclopedia on line. Più di mille convegnisti, quasi tutti alloggiati nelle case del paese.
Pietro Pensa, ingegnere civile e sindaco da un anno, parla di Wikimania 2016 come di un grande gioco complesso, che ha cambiato la faccia al paese. Una grande festa a cui hanno partecipato tutti gli abitanti.
Come è cominciata l’avventura?
Nel 2013, non ero ancora sindaco e facevo parte del comitato spontaneo che stava preparando la candidatura di Esino a ospitare Wikimania. A un certo punto del processo di selezione abbiamo capito che la nostra proposta ce la poteva fare. Ma a quei tempi Esino non aveva un sindaco, era commissariata. Allora noi del comitato, per non lasciare il paese senza governo e per dare una controparte istituzionale al nostro progetto, abbiamo deciso di formare una lista, e alle elezioni del 2015 siamo stati eletti.
La popolazione quando è stata coinvolta?
Praticamente da subito, perché per fare il piano di fattibilità avevamo bisogno della disponibilità degli abitanti a ospitare i convegnisti. L’adesione è stata immediata, naturale. Abbiamo trovato 470 posti letto in un paese di 500 residenti stabili. Hanno messo a disposizione appartamenti sfitti e camere in case private.
(da sinistra: veduta di Esino Lario. Ph. Armineaghayan / Jimmy Wales con alcuni volontari. Ph. Marco Calvo / La banda di Esino Lario. Ph. Rainer Halama)
Esino ha una tradizione turistica, per questo aveva un potenziale di accoglienza?
Sì, è sempre stata una località di villeggiatura. Negli anni 70 si arrivava a più di 12.000 presenze in agosto, con 17 alberghi e seconde case. Poi i flussi turistici sono cambiati, oggi non si fa quasi più la villeggiatura vicino a casa. Quasi tutti gli alberghi hanno chiuso, solo due sono ancora aperti. Quando la nostra candidatura è stata approvata il paese si è messo al lavoro e tutti hanno partecipato con grande entusiasmo. Dopo due anni di preparazione, tutto il lavoro esecutivo è stato fatto nell’ultimo anno.
Quanto lavoro avete fatto per adeguare il paese?
Prima di tutto le strutture ricettive. Abbiamo stanziato 380.000 Euro nelle infrastrutture. C’era la strada da sistemare, che da 30 anni nessuno aveva mai rifatto. La connessione, le sale riunioni, creare una mensa per centinaia di persone, le cucine…
Per ospitare Wikimania abbiamo utilizzato strutture già esistenti, adeguandole e risistemandole. Abbiamo realizzato:
– la sala del cinema con 280 posti e nuovo parcheggio
– una sala da 40 posti nel nuovo museo, finalmente inaugurato dopo 10 anni
– diverse sale meeting nel vecchio museo ristrutturato
– 700 posti nel palazzetto dello sport, adeguato con nuove vie di fuga
– la cablatura del paese con fibra ottica
– WiFi gratuito nei principali spazi pubblici
– collegamento tra scuola e museo con percorsi per disabili
– tensostruttura provvisoria da 3000 mq per la mensa
(da sinistra: pranzo all’hotel Centrale. Ph. Pakeha / Volontari al lavoro. Ph. Niccolò Caranti / Serata Country. Ph. Niccolò Caranti)
Come avete trovato i finanziamenti?
Il comitato organizzatore ha ottenuto 200.000 Euro da Wikipedia Foundation e altrettanti dalla Fondazione Cariplo. Noi come Comune avevamo un avanzo di bilancio di 200.000 Euro dalle amministrazioni precedenti. Regione e Provincia hanno stanziato rispettivamente 300 e 200 mila Euro per il ripristino della strada, con cui hanno eliminato due curve veramente molto pericolose, sostituito guard rail e fatto 4 km di asfalto nuovo. Successivamente la Regione ha fatto un ulteriore stanziamento per il riscaldamento del cinema, che faremo prossimamente.
Quindi la politica vi ha aiutato?
Premetto che noi siamo stati eletti come lista civica senza una vera appartenenza politica, quindi non avevamo santi in paradiso. Quando abbiamo presentato il progetto in Regione il presidente Maroni ne ha capito l’importanza ed è venuto di persona a Esino per rendersi conto. Ha preso a cuore il progetto perché ha visto quello che la gente aveva già fatto spontaneamente senza chiedere niente, solo per il gusto di fare bene. È venuto su più di una volta, in moto.
Quindi Esino si è conquistata la simpatia delle istituzioni?
Esino è un paese un po’ speciale, dove la gente ha una gran voglia di fare, senza farla tanto lunga. Pensi che su 500 abitanti ci sono 15 associazioni di volontariato, una banda musicale di 40 elementi, a Natale fanno un presepe vivente con 120 comparse. La protezione civile per il Lario orientale è diretta da Esino perché quasi tutti i volontari sono di qui. Le racconto un paio di episodi. Appena insediato come sindaco viene da me il parroco e mi dice che nella chiesetta di S. Pietro, su in montagna, piove dentro. Il tetto è da rifare. Io non ero ancora pratico di bilancio e sentendo che tutti i sindaci piangevano miseria, metto le mani avanti e dico al parroco che purtroppo non ci sono risorse. Il vicesindaco mi dice: “chiediamo agli Alpini”. Detto fatto, qualche giorno dopo a S. Pietro lavoravano 20 alpini dell’ANA di Esino che in una settimana hanno rifatto il tetto. Così, gratis.
Secondo episodio. Avevo assegnato alle tre imprese del paese i lavori di restauro degli interni del cinema, ma non quelli della bellissima terrazza panoramica, perché erano finiti i soldi. Vengono da me i tre impresari e mi chiedono “cosa facciamo con la terrazza?” “La lasciamo com’è – dico io – non ci sono i soldi”. Borbottìo di delusione. Il week end successivo, quando torno a Esino, la terrazza era fatta. “Era un peccato lasciarla così, faceva brutto vedere” mi dicono sghignazzando. Finita lì.
(da sinistra: pranzo all’Alpe di Esino. Ph.
/ Colazione. Ph. Deryck Chan / B&B Castagneto. Ph. Deryck Chan)
Avete ricevuto aiuti da privati, aziende?
Sì, alcune aziende private hanno dato aiuti al comitato, non al Comune. EOLO (azienda di telecomunicazioni specializzata in banda larga, ndr) ha offerto la cablatura del paese, ma tirando i cavi in esterno, alla garibaldina. Non avrebbero retto ai venti dell’inverno. Allora il Comune ha detto: noi facciamo il cavidotto (i tubi interrati) e voi mettete la fibra. Così è stato, e adesso abbiamo una cablatura in fibra ottica che porta 100 giga via cavo. Neanche Milano.
Come avete gestito l’accoglienza di un migliaio di persone?
Come dicevo 470 posti nelle case private gestite dal Comune. Altri posti letto nei due alberghi e nel dormitorio subito fuori paese erano gestiti dal comitato. Alcuni convegnisti hanno preferito alloggiare negli alberghi convenzionati sul lago, e un certo numero aveva portato le tende. La punta massima di presenze è stata di 4000 persone.
Il Comune ha gestito solo le case private, tutto il resto era coordinato dal comitato di Wikimania, che poi siamo sempre noi. Questo vorrei sottolinearlo: abbiamo sempre lavorato come un unico gruppo in perfetto accordo.
I privati hanno ricevuto 20 euro a posto letto. Una cifra simbolica che molti non hanno neanche ritirato.
Il paese come ha reagito a quell’invasione?
Si divertivano tutti come matti. Un migliaio di persone di 70 Paesi sono una Babele di lingue, e i montanari con l’inglese … insomma… Ma ci si capiva. Ho sentito due signore esinesi dire “dobbiamo parlare in dialetto così sembriamo straniere anche noi”. È stata una grande festa. Siamo andati in TV, sui giornali… Bello, entusiasmante.
Cosa rimane a Esino di Wikimania 2016?
Un’eredità importante. Prima di tutto strutture e infrastrutture che cambiano l’offerta turistica del paese e permettono di creare posti di lavoro. Ma più che altro il successo ha influito sulla mentalità della gente, facendo capire che l’impossibile può diventare possibile, dipende da noi. Abbiamo fermato il declino del paese, e soprattutto l’accettazione del declino. Adesso a Esino c’è un grande entusiasmo, per tutta l’estate ci sono eventi ogni week end. Tutti organizzano qualcosa. In futuro vogliamo diventare un centro per ospitare a basso costo incontri scientifici. Abbiamo creato un acronimo: ESINO, cioè: Esino Scienza Innovazione Ostello. Abbiamo anche un progetto di teleriscaldamento degli spazi pubblici con una centrale termica a cippato (ramaglie frantumate, ndr.) per utilizzare gli scarti dell’industria boschiva. Ma questa è un’altra storia. La racconteremo tra un po’.