Congressuale Green: funziona e conviene

Congressuale green: funziona e conviene

La cultura aziendale sta accogliendo il principio che anche un evento debba essere fatto in modo “sostenibile”. Per testimoniare un’idea e riscuotere molto in reputazione. Come si fa?

1. Nel mondo delle imprese è di attualità il tema della responsabilità sociale, che si rifa al principio, relativamente recente, che l’impresa non risponde solo agli azionisti della propria efficacia produttiva e dell’efficienza economica (se produce bene e se fa soldi), ma anche alla comunità in cui vive e al pubblico in generale di come utilizza le risorse ambientali, il lavoro, i materiali, di come partecipa alla vita del Paese. Insomma si chiede all’impresa di dar conto dei suoi comportamenti volontari, quindi non espressamente imposti dalla legge, che testimoniano della sua tensione etica e della sua disponibilità alla trasparenza.

Il Bilancio sociale è il documento con cui l’Azienda rendiconta su questo aspetto delle proprie attività, che convenzionalmente si definisce col termine di “sostenibilità” (ambientale e/o sociale) e da cui viene la nozione di “sviluppo sostenibile”.

2. Poiché sulla parte ambientale il pubblico è oggi particolarmente sensibile, l’aggettivo “green” (verde) è diventato sinonimo di “sostenibile” e di socialmente corretto secondo le aspettative più comuni. Quindi oggi parlare di “green” significa alludere non solo al risparmio energetico e alla preferenza per le rinnovabili, ma anche al rispetto per l’ambiente, alla relazione col territorio, il paesaggio e la popolazione, al rifiuto categorico del lavoro infantile, a una politica dei trasporti, eccetera. Tutto nella direzione dell’etica responsabile versus la voracità egoista. Come dice un bellissimo poster di Ikea: “vogliamo darvi prezzi bassi, ma non a qualsiasi prezzo”.

Agire “green” è dunque una testimonianza dei valori alti di un’impresa e della sua volontà di assecondare una delle più importanti e generalizzate istanze dell’umanità contemporanea e quindi – particolare non trascurabile – anche dei suoi clienti.

3. Ma agire “green” è anche un indicatore di modernità molto efficace in termini di marketing. E’ per questo che le aziende più lungimiranti e marketing oriented hanno sposato il green già da tempo, e si impegnano a praticare comportamenti sostenibili in un gran numero di attività, a maggior ragione in quelle largamente visibili o a diretto contatto con il pubblico degli stekholders. I convegni e gli eventi aziendali lo sono per definizione. E’ lì che l’azienda si mostra al suo pubblico (forza vendita, dipendenti, clienti, fornitori, ecc) e sa che i suoi comportamenti verranno giudicati. Sotto questo aspetto un evento aziendale è una minaccia e un’opportunità: la minaccia di essere giudicati male e l’opportunità di essere giudicati bene. Meglio cogliere la seconda, proprio perché il green negli eventi aziendali, non essendo ancora un comportamento obbligatorio per legge, è ancor più meritevole di approvazione.

4. Se in Italia il congressuale green è ancora poco praticato (purtroppo siamo spesso in forte ritardo nei comportamenti virtuosi) all’estero, soprattutto nel nord Europa, un’azienda che voglia conquistarsi i favori del pubblico non si azzarderebbe mai a organizzare un evento senza le più abbondanti garanzie di sostenibilità, debitamente comunicate e certificate. Si calcola che nei paesi Scandinavi le pratiche green si trovino nella maggior parte degli eventi aziendali di una certa importanza. E anche gli Stati Uniti stanno correndo in questa direzione. Questo spiega perché soprattutto le multinazionali siano oggi attente, anche da noi, a introdurre note di green nei loro eventi aziendali. E non, come alcuni credono, perché le pratiche green aumenterebbero i costi e le attua solo chi può permetterselo. In realtà si possono mettere in pratica molti comportamenti sostenibili senza aumenti di costi, solo scegliendo questo invece di quello, informandosi e documentandosi.

5. Con quali comportamenti pratici? Si va dalla riduzione di emissioni di CO2 a quella dei rifiuti, dalla scelta dei trasporti a basso impatto al rispetto dei diritti dei lavoratori, all’utilizzo di risorse, cibo, e manodopera locali. Esistono protocolli internazionali che forniscono linee guida sia per l’azione pratica che per la misurazione dei risultati, e sarebbe bene attenervisi, non solo per essere sicuri di fare le cose giuste e poterlo dimostrare, ma anche per sventare il sospetto di “greenwashing” (ambientalismo di facciata). Le associazioni ambientaliste sono molto attente e possono mettere in atto azioni di contro-comunicazione che vanificherebbero ogni sforzo pseudo-virtuoso.

6. A questo proposito è utile sapere che esistono standard per eventi sostenibili, riconosciuti in tutti i paesi e per di più certificabili, che aiutano a sviluppare un sistema sostenibile di gestione degli eventi. Col supporto delle indicazioni fornite negli standard gli organizzatori dell’evento possono consultarsi con le parti interessate (fornitori, collaboratori, ecc), definire gli obiettivi di sostenibilità, identificare i problemi ed elaborare soluzioni, in modo che la sostenibilità sia già contenuta nel progetto dell’evento.

Insomma: il congressuale green non è difficile da attuare e rende molto in termini di immagine e di reputazione sociale. Da noi è ancora poco praticato, ed è un peccato non approfittare di questa opportunità di essere e apparire più avanti.