Attenzione: differenze culturali. Maneggiare con cura

Differenze culturali

Le mine vaganti nelle relazioni internazionali sono molte e insidiose. Ecco alcune delle più frequenti, addirittura inaspettate.

Cosa vuol dire mañana?

C’è una storiellina che fa capire bene cos’è la differenza culturale.
Un manager americano, da pochi giorni a Madrid, chiede a un suo collega:“Sento dire spesso la parola mañana. Che cosa vuol dire esattamente?”
Lo spagnolo ci pensa un po’, poi spiega: “Mañana vorrebbe dire tomorrow, ma non ha lo stesso significato di urgenza.”
Ecco, questa è la differenza culturale. Quando le stesse parole, gesti, toni di voce, comportamenti, assumono significati diversi nelle diverse culture.

La differenza culturale è la più pericolosa fabbrica di mine vaganti nei rapporti internazionali, quando devono interagire persone che provengono da paesi (neanche tanto) diversi. E sono mine vaganti che possono disturbare o addirittura compromettere una relazione senza che nessuno si renda conto del perché.
Il problema non è tanto la lingua straniera, più o meno conosciuta. Infatti oltre al codice verbale esiste un codice non verbale fatto di gesti, sguardi, silenzi ecc. che se erroneamente interpretati possono causare una vera e propria “collisione” tra persone di culture diverse.

Incomprensioni

Cambiare il software della mente

Per imparare a “guardare il mondo con gli occhi dell’altro” il primo passo è la consapevolezza del fatto che la maggior parte del nostro agire è condizionata dalla nostra cultura.
Secondo il guru del management interculturale Geert Hofstede, la cultura è come un software della menteche acquisiamo sin dalla nascita attraverso la famiglia, la società, il lavoro, cioè l’ambiente nel quale viviamo e cresciamo. A culture diverse, corrispondono software diversi e dunque modi di agire e reagire diversi.

Se il nostro obiettivo è relazionarci efficacemente con l’ospite, il cliente o il business partner straniero, dobbiamo necessariamente imparare a “cambiare software” per comprendere l’origine e il significato di certi comportamenti che nel nostro mondo sembrano del tutto inappropriati (perché il cinese sputa dopo aver mangiato? ) o offensivi (perché il giapponese non mi guarda in faccia mentre parlo ?) o addirittura orrendi(perché l’indiano rutta liberamente a pranzo?). E, naturalmente, essere preparati al viceversa.

Stretta di mano

Ecco alcune delle molte differenze di software a cui prestare attenzione quando comunichiamo con un interlocutore straniero.

1. Stili di comunicazione

In alcune culture (nord Europa, USA) è del tutto normale “dirsi le cose in faccia” privilegiando una comunicazione diretta, esplicita e senza fronzoli.
Se il vostro interlocutore è tedesco, scandinavo o americano, andate dritti al punto ed evitate troppi convenevoli o informazioni irrilevanti, rischiereste solo di annoiarlo o addirittura infastidirlo.
Al contrario nelle culture asiatiche viene preferita una comunicazione indiretta, utile ad evitare momenti di imbarazzo. In caso di contrasto o dissenso, nessuno scontro diretto. Se il vostro cliente è giapponesesappiate che un sorriso seguito da silenzio è il suo modo per dirvi che non è d’accordo con voi!

2. Turni di parola

Le culture del Mediterraneo normalmente accettano la sovrapposizione delle voci , che viene considerata segno di partecipazione alla discussione. Al contrario, se siete alle prese con un cliente americano o nord europeo rispettate rigidamente i turni di parola per evitare irritazione e vera insofferenza da parte sua.

3. Tono della voce

Nei paesi mediterranei il tono di voce è di norma più alto di quello utilizzato in altre culture come ad esempio quelle nord europee o quelle asiatiche: gli italiani devono tenerne conto se non vogliono apparire invadenti o aggressivi.

Altoparlante

4. Mimica facciale

Lasciar trasparire emozioni e stati d’animo dal proprio viso è consuetudine nell’Europa mediterranea, in Russia o nell’America Latina. Al contrario nel nord Europa ci si attende che le espressioni del volto siano piuttosto controllate, e così nelle culture asiatiche. Dunque non c’è da preoccuparsi se il viso del vostro cliente cinese vi sembra del tutto imperscrutabile: non vi nasconde nulla.

Mimica facciale - Obama e Putin

5. Sguardo

Se per noi occidentali quando si parla con qualcuno è d’obbligo mantenere il contatto visivo, in Asia, India e Africa evitare di guardare negli occhi è considerato una forma di rispetto.
Ricordatelo soprattutto nel caso in cui il vostro cliente è una persona anziana : il vostro sguardo potrebbe generare imbarazzo o nervosismo.

6. Gestualità

Se il vostro cliente è bulgaro, greco o turco attenzione a muovere la testa avanti e indietro: in molti paesi del mondo vuol dire “sì”, ma da loro verrà interpretato come un secco diniego.
Se poi il vostro interlocutore è russo evitate di fare il segno di OK con pollice e indice: si offenderebbe, poiché nel suo software è un gesto davvero volgare.
Infine, se siete alle prese con cinesi e giapponesi non dimenticate che puntare l’indice è un gesto poco educato, dunque se dovete indicare qualcuno, utilizzate tutta la mano.

Gestualità

7. Concezione del tempo

Da sempre i tedeschi vedono gli italiani come disorganizzati, pronti a cambiare i programmi ed incapaci di rispettare le scadenze. Dal canto loro, gli italiani vedono i tedeschi come pedanti e formali ed ossessionati da regole e procedure.
Ovviamente il problema è di natura culturale. In paesi come gli USA, il Nord Europa, la Germania, l’Olanda, il Regno Unito, la Svizzera o la Scandinavia, “il tempo è denaro” e va investito al meglio: dunque rispettare orari e scadenze è fondamentale se volete stare bene con queste persone.
Al contrario messicani, arabi, orientali e indiani tendono ad essere più flessibili e meno strutturati: per loro “il tempo è relazione”. Aspettatevi modifiche improvvise di programmi come pure scadenze tranquillamente disattese: non è una mancanza di rispetto nei vostri confronti… semplicemente per loro contano più i legami con le persone che i programmi stabiliti .

Orologio

8. La distanza fra i corpi

Anche il modo in cui gli individui occupano lo spazio è suscettibile di variazione culturale.
Se il vostro interlocutore è nord europeo o americano ricordatevi di mantenere una distanza pari a undoppio braccio teso: avvicinarsi di più gli creerebbe disagio e imbarazzo o addirittura la spiacevole sensazione di essere aggredito. In Francia, Italia, Grecia, Spagna e nei paesi arabi le distanze si accorciano, quindi nessun problema ad avvicinarsi alla persona fino addirittura a toccarla con una pacca sulla spalla!

Distanza tra i corpi

Neutralizzare le mine vaganti

Tenete d’occhio queste situazioni se volete evitare almeno le più pericolose e frequenti mine vaganti sfornate dalle differenze culturali. E mettete in conto che ce ne sono moltissime altre.
Formazione e coaching di specialisti sono strumenti utili a costruire ponti che accorciano le distanze interculturali. Fatene uso, ed eviterete situazioni inutilmente spiacevoli.

Golden Gate Bridge