La paura di parlare in pubblico si può vincere.
Dicono che anche Cicerone, uno dei più grandi oratori della storia, avesse paura di parlare in pubblico. In effetti questa paura rientra tra le prime dieci che affliggono l’essere umano. E come tutte le paure fa commettere errori e dissemina il percorso di trappole. Ecco le quattro più comuni, ma c’è anche una buona notizia: possiamo concentrarci su ognuna singolarmente, tenerla sotto controllo, e già questo migliorerà di molto i nostri risultati.
Trappola 1: costruirsi un film negativo
È dimostrato che le persone che non si reputano buoni comunicatori, prima di iniziare un discorso si ripetono mentalmente frasi come «Non mi devo emozionare», «Non devo aver paura di parlare in pubblico»,«Non devo andare nel pallone», «Stavolta non mi devo bloccare», «Stavolta non voglio fare una brutta figura».
Il nostro cervello si nutre di immagini, e proprio per questo motivo la mente delle persone che hanno difficoltà a parlare in pubblico si riempie di immagini di loro stessi che non sanno parlare, che si bloccano e si inibiscono davanti al pubblico, e fanno brutta figura. Si sono costruiti un “film negativo”.
Certo, le intenzioni sono buone, ci si concentra con l’obiettivo di fare un buon discorso, ma la mente viene condizionata dal “film negativo”, e cosa succede al momento di parlare?
Si realizzerà la scena che la mente ha vissuto fino a quel momento, perché se la mente ha già visto più volte un’immagine tenderà a replicarla. Il cervello ha immaginato più di una volta la scena negativa e quella andrà ad eseguire.
Pensare a ciò che non vogliamo significa concentrarsi sui problemi: quando facciamo pensieri del genere creiamo nella nostra mente delle immagini che ci condizionano.
Come si può evitare questa trappola? Cercando di costruirci un “film positivo”, immaginandoci mentre parliamo con scioltezza e riceviamo gli applausi.
Il fatto stesso di reputarci (o meglio, di vederci) buoni comunicatori che sanno parlare in pubblico può fare la differenza.
Concentrarsi sul successo aiuta il successo.
È dimostrato. E si può fare.
Trappola 2: non guardare il pubblico negli occhi
Non guardare il pubblico negli occhi non è soltanto un comportamento “poco simpatico” ma una trappola insidiosa che ci fa apparire insicuri e poco convinti di ciò che diciamo.
Tenere sotto controllo questo trabocchetto non è poi così difficile, perché se si riesce ad “agganciare” il pubblico con lo sguardo il più è fatto, e quasi automaticamente mostrerete sicurezza, e la sentirete anche dentro di voi. Se parlate a un piccolo pubblico intorno a un tavolo sforzatevi di guardare negli occhi, uno per volta, tutti i vostri ascoltatori. Se siete di fronte a una platea guardate le persone in fondo alla sala e muovete lo sguardo lentamente su tutta la platea. Evitate l’errore di parlare guardando solo le prime file. E quello ancora più grave di guardare le slides (e leggerle, orrore!).
Non bisogna sfuggire lo sguardo delle persone, ma cercare il contatto visivo. Questo mostra sicurezza e dà sicurezza, in un circolo virtuoso.
Trappola 3: parlare a voce bassa
L’insicurezza ci spinge ad abbassare la voce, quasi per non farci sentire e giudicare, ma proprio questa è la trappola. Il senso di insicurezza di chi ha paura di parlare in pubblico traspare dal basso volume della voce e fa nascere il giudizio negativo in chi ci ascolta. Cerchiamo di nasconderci e questo comportamento ci smaschera.
Se sei una persona che tende a parlare a bassa voce, la prossima volta che devi parlare in pubblico prova ad alzare un po’ il volume. Non è poi così difficile. Anche il tuo cervello ne sarà condizionato e sentendo una voce diversa dal solito, più sicura, ti farà comportare di conseguenza. Chi parla con una voce piena (senza urlare, ovvio) viene quasi sempre considerato come sicuro di sé e anche quello che dice viene ascoltato con più interesse.
Trappola 4: comportarsi da perdente
Sono certo che scoppierai a ridere se proverai a saltare, battere le mani con un bel sorriso e allo stesso tempo urlare: “Sono tristissimo!” Ciò non è possibile.
Viceversa prova a pensare ad una persona triste, depressa. Immagina la sua postura e la sua respirazione. E ora prova ad assumere tali posizioni: noterai che poco alla volta sorgeranno in te emozioni e sentimenti tipici di chi è depresso, di chi si sente destinato a perdere.
Allo stesso modo se riesci ad assumere la postura, la respirazione e la fisiologia di chi è euforico e vincente non potrai cadere in stati di tristezza.
Questo accade perché il nostro stato emotivo dipende da una congruenza comunicativa a vari livelli, cioè bisogna che le parole che diciamo (il cd. Verbale) siano coerenti con il nostro tono, ritmo, volume e timbro di voce (il cd. Paraverbale).
Allo stesso tempo però, sia il verbale che il paraverbale devono esser coerenti con il linguaggio del nostro corpo. Ma per fortuna individuare il nostro paraverbale e il linguaggio del corpo e tenerli sotto controllo ci aiuta a influenzare il nostro comportamento generale, e l’impressione che diamo di noi.
Se vuoi una vita di successo inizia a cambiare il tuo atteggiamento, allena la tua mente con immagini positive ed entusiasmanti, sforzati di credere in verità potenzianti, trova conferma di ciò in ogni cosa e la tua fisiologia si adeguerà di conseguenza.
Conclusioni
Anche se non sei nato grande oratore, con un po’ di applicazione puoi diventare un buon oratore e vincere la paura di parlare in pubblico. Prima di tutto cercando di evitare queste quattro trappole. Puoi incominciare individuando quella che ti sembra più pericolosa per te e lavorarci su: scoprirai che affrontando “i nemici” uno per volta si possono battere. Ed è entusiasmante vedere che i risultati arrivano molto in fretta.