Guerrilla Convention

Guerrilla convention

Le tecniche e la logica del “marketing di guerriglia” si possono applicare anche a un evento aziendale per amplificarne l’efficacia. Idee brillanti, ma… maneggiare con prudenza.

Negli ultimi tempi il marketing di guerriglia si sta imponendo anche in Italia come nuova leva nel mix di comunicazione di molte aziende. Essendo un approccio “nuovo”, non sempre è capito a fondo per i vantaggi che può offrire e per i rischi legati ad un suo utilizzo improprio. Per questo nel proporne l’applicazione anche in sede congressuale, ne raccomandiamo un uso ragionato e non superficiale.

Il guerriglia marketing è una metodologia flessibile in grado di migliorare la riuscita di ogni evento aziendale, soprattutto per quanto riguarda la memorabilità dell’esperienza sempre così fortemente legata alle emozioni che si riescono a suscitare nei partecipanti.

Sebbene il termine “guerriglia” ci proietti in un universo fatto di imboscate e sabotaggi, il cuore della sua efficacia risiede piuttosto nella capacità che hanno i gruppi guerriglieri di riuscire a suscitare consensointorno ad un’azione militare. Una buona campagna di guerriglia riesce non solo a ottenere il risultato pratico (obiettivo militare), ma anche a trasformarlo in un’ulteriore occasione di comunicazione e di consenso (obiettivo politico).
Nel caso del marketing: memorabilità e notiziabilità, ossia ricordo e racconto.
Ingredienti obbligatori: creatività spiazzante, imprevedibilità e conseguente sorpresa.

Per spiegarci meglio prendiamo un esempio sbagliato. Aprile 2008, convention Telecom.
Il video dell’appassionato strafalcione di un manager sulla “vittoria di Napoleone a Waterloo”, diventa un prodotto virale rimbalzato in tv e sulle pagine dei principali quotidiani italiani. Quel video ha trasformato la convention aziendale in un’occasione di comunicazione esterna per Telecom, ma purtroppo in negativo, perché una creatività involontaria ha gettato una luce di incompetenza e di approssimazione su tutta l’azienda. Guardatevi il video e fatevi quattro risate.
Eppure questo tipo di dinamica può essere costruito e pianificato con intelligenza in modo da raggiungere risultati positivi e raddoppiare l’efficacia di qualsiasi convention. In poche parole: rafforzare il senso di appartenenza al gruppo e/o offrire un valore aggiunto di visibilità all’azienda.
Sono tre i momenti in cui strategie di guerriglia marketing posso essere applicate con profitto ad eventi aziendali.

1. L’invito
La fase di comunicazione dell’evento ai partecipanti segue quasi sempre una procedura standard: la comunicazione, l’invito, la pre-registrazione. E’ possibile però immaginare di gestire questa fase in modalità teaser, ovvero “stuzzicare” anticipatamente la curiosità del partecipante senza però rivelare la natura dell’appuntamento. Immaginate ad esempio di utilizzare, invece delle classiche e-mail o inviti cartacei, un qualche tipo di rompicapo che sfidi l’intelligenza del destinatario a scoprire cosa vi si nasconda dietro.

Guerriglia

2. L’evento
E’ la fase che maggiormente si presta ad azioni di spiazzamento. Il filosofo francese Paul Virilio parla dell’incidente come di un archetipo della cultura contemporanea. L’incidente è qualcosa che turba il quotidiano svolgersi degli avvenimenti e in qualche modo finisce per attribuire ad essi un senso maggiore. Basti pensare al fenomeno degli streaker, gli esibizionisti che invadono nudi campi sportivi. La loro semplice presenza è in grado di trasformare un evento sportivo minore in un fatto notiziabile. Cosa succederebbe se uno streaker apparisse nel bel mezzo di una convention?

Non è un consiglio da seguire spensieratamente perché sono rari i casi in cui lo streaker può collaborare con l’immagine aziendale, ma altri tipi di “incidente” possono fornire un plus di memorabilità e notiziabilità. E quindi un ricordo più nitido e coinvolgente.

3. Follow-up
Chi si occupa di congressi o incontri aziendali sa quanto è importante dare seguito all’evento attraverso diverse forme di follow-up. Gadget, trofei, video o fotografie inviati nei giorni successivi alla convention possono rinsaldare lo spirito di squadra e rafforzare il ricordo dell’incontro. Anche qui è possibile immaginare, con creatività di guerriglia, diverse soluzioni di follow-up non convenzionali, in grado di appassionare e/o divertire il partecipante o, ancor meglio, spingerlo a rinsaldare i contatti con altri partecipanti per le ragioni più improbabili e inattese.

Questi esempi sono semplici suggestioni. I migliori risultati si ottengono quando il pensiero e la creatività di guerriglia attraversano narrativamente tutte le fasi del progetto e, soprattutto, quando collaborano agli obiettivi che l’evento si propone di raggiungere. In questo modo il marketing di guerriglia può diventare un forte valore aggiunto, ottenendo di eccedere i normali risultati di qualsiasi evento interno e di far eccellere l’azienda potenziando la sua immagine anche verso l’esterno.